In questo lavoro viene analizzato in che misura la presenza storica di cultural amenities influenza la distribuzione geografica di capitale umano e di classe creativa in Italia. All’interno di questi esperimenti, sono stati individuati i teatri d’opera edificati tra il ‘600 e l’800, in quanto hanno rappresentato nella storia italiana un’eccezionale testimonianza di prestigio culturale. Dal punto di vista metodologico si tratta di una replica dello studio empirico che Falck et al. hanno svolto in Germania.
Prima di ciò, viene affrontato un dibattito in cui sono trattate le nozioni di capitale umano e classe creativa secondo autori illustri come Glaeser, Florida e Scott. L’obiettivo è quello di capire l’effetto di prossimità dei teatri lirici alla concentrazione spaziale di capitale umano e classe creativa. Attraverso dei modelli di regressione multipla, è stato osservato che la prossimità ad un teatro dell’opera influenza in modo significativo la quota di equilibrio spaziale di capitale umano.
Come nel caso tedesco, l’importanza nel considerare la presenza di attività teatrali durante i due secoli nasce anche dal fatto che in Italia la natura stessa dei teatri e della produzione lirica ha assunto una notevole importanza non solo a livello economico ma anche a livello culturale, rappresentando quindi un certo benessere sociale (Bianconi, 1993). Inoltre, a quell’epoca i teatri costituivano delle realtà in cui i giovani artisti e musicisti potevano formarsi, aumentando in tal modo il tasso di istruzione. Ancora oggi, i teatri storici dell’Italia, tra cui quelli attivi durante il ‘600 e il ‘700, costituiscono dei contesti di alta formazione per gli artisti della musica e dello spettacolo.
Per testare l’unicità del modello, sono stati effettuati altri esperimenti regredendo la vicinanza ad un’università storica e ad una principale città che si è distinta in ambito politico e si è osservato come questi fattori storici influenzano anche la concentrazione di capitale umano e classe creativa.