Nella settimana del 19 e 20 ottobre abbiamo tenuto la terza edizione del workshop “Rethinking Culture and Creativity”, parte del programma scientifico organizzato quest’anno (2023) in occasione del decimo anniversario della morte di Walter Santagata, pioniere dell’Economia della Cultura e, per tutti noi, non solo un ricercatore ma anche un insegnante di vita.

Il workshop si è svolto presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino ed è stato organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” e la Cattedra UNESCO per l’Economia della Cultura e del Patrimonio.

Nella prima sessione plenaria si è assistito all’incontro di famosi economisti internazionali che hanno celebrato Walter non solo come un collega che affrontava la cultura con umanità, creatività e un approccio aperto, ma come un amico, un uomo con cui era un piacere trascorrere del tempo, viaggiare e semplicemente discutere passeggiando lungo le rive del fiume Po.

I partecipanti sono giunti da tutto il mondo, e ognuno di loro ha testimoniato come il rapporto professionale con Walter si sia rapidamente trasformato in una profonda amicizia basata su rispetto e fiducia.

La prima sessione è stata moderata da Gianmaria Ajani, Professore dell’Università di Torino, con cui Walter aveva concepito per la prima volta il concetto di un dottorato in Diritto Internazionale.

Francesco Bandarin, Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (2000-2010) e Direttore Generale dell’UNESCO per il Settore Cultura (2010-2018), Consigliere Speciale ICCROM e membro dello Steering Committee dell’Aga Khan Trust for Culture, in videochiamata da Parigi, ha ricordato il lavoro di Walter nel mettere in luce la necessità di ricerca e strumenti per sostenere e proteggere lo sviluppo culturale dei territori e delle comunità. Gli strumenti individuati da Walter e la varietà degli studi da lui portati avanti sono stati fondamentali per lo sviluppo culturale, economico e sociale delle comunità con cui ha collaborato. Allo stesso tempo, il suo ruolo di educatore è stato molto importante: il suo vero desiderio era condividere le sue conoscenze con giovani ricercatori. La sua volontà di sostenere gli studenti provenienti da paesi bisognosi è stata la forza trainante dietro il suo attivo coinvolgimento nella creazione, in collaborazione con l’Università di Torino, del programma di master “World Heritage and Cultural Projects development”.

Christian Barrère, dell’Università di Reims Champagne-Ardenne e ISMEA (Parigi), ha celebrato Walter con un toccante discorso. Ha condiviso come fosse una persona appassionata con una profonda conoscenza della cultura, dell’economia e un’attenzione alle tradizioni locali. Ha sottolineato come avesse sempre attribuito un grande valore al trascorrere del tempo e all’importanza di tenere in considerazione le relazioni tra il territorio locale e le sue risorse. Era un campione di come la cultura sia ricerca, studio e interesse, e ha lasciato l’insegnamento che il valore della comprensione della cultura locale, della comunità e del patrimonio è alla base della creatività in tutti i campi.

La seconda sessione del mattino è stata moderata da Giovanna Segre, Professore Associato di Economia Politica presso il Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti De Martiis” dell’Università di Torino.

Pierre-Jean Benghozi, Direttore del Centro di Ricerca del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS) e professore presso l’Ecole Polytechnique Universitè Paris Saclay, ha ribadito che Walter era un ricercatore e un mentore da seguire, un uomo del mondo con un nuovo modo di guardarlo, con una profonda attenzione alla cultura. Ha condiviso alcune lezioni fondamentali apprese da Walter, in particolare l’uso degli interessi personali per alimentare l’oggetto della ricerca e il valore delle relazioni di alto livello per la trasmissione del sapere, che hanno portato alla creazione della Fondazione Santagata e dell’Ebla Fund.

Ha chiaramente affermato che Walter non era solo un ricercatore, ma anche un imprenditore e ha fornito le basi per affrontare e illuminare la varietà delle questioni culturali che ispirano ancora oggi tutti coloro che si avvicinano all’Economia della Cultura. Benghozi ha sottolineato l’importanza del design e il peso della creatività nell’economia nazionale. Alla base dell’approccio di Walter alla ricerca c’era la comprensione dei limiti delle forme di proprietà intellettuale e il ruolo e il posto dei cluster nell’economia della cultura.

 

L’ultimo intervento è stato di David Throsby, Professore all’Università di Macquarie a Sydney, che ha attribuito alla ricerca di Walter il nuovo concetto di “valore culturale”: un bene che incarna, conserva e fornisce valore culturale oltre a qualsiasi valore economico che possa possedere. Ha menzionato come la cultura sia definita dalla produzione di beni idiosincratici basati sulla creatività, la cultura e la proprietà intellettuale. L’industria cinematografica, il settore audiovisivo, il vasto campo del design industriale, delle arti e mestieri, dei servizi museali e dei complessi enogastronomici territoriali, traggono ispirazione dal legame culturale con la propria comunità originale locale. Questo forte legame con l’ambiente sociale insieme alla sua evoluzione storica è alla base di un vantaggio competitivo discriminante perché rappresenta un accumulo di capitale culturale.

Silvana Santero, Presidente Onorario, ha chiuso la sessione del mattino con un ringraziamento a tutti i partecipanti, sottolineando il profondo orgoglio che Walter avrebbe provato nel vedere il suo insegnamento seguito, sviluppato e portato avanti da una nuova generazione di ricercatori.